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Un uomo cambia abitazione e scopre qualcosa d’incredibile

Bild: jessica.kirsh / Shutterstock.com

Comprare casa è un’esperienza eccitante, non c’è dubbio. Ma scoprirvi qualcosa d’incredibile può esserlo ancora di più. È ciò che è successo a un uomo di Tucson, Arizona, che dopo aver usato tutti i suoi risparmi per acquistare una nuova casa, si è imbattuto in una delle sorprese più incredibili di tutta la sua vita.

John Sims non aveva fatto neanche in tempo a trasferirsi che scoprì l’esistenza di qualcosa di veramente particolare. Un evento che ha dato il via a una lunga serie di fatti straordinari. E tutto grazie a un pettegolezzo che aveva come oggetto proprio quell’abitazione. Curiosi di saperne di più?

1. Il passaggio di proprietà

Bild: Sheila Fitzgerald / Shutterstock.com

Una diceria voleva che il vecchio proprietario di quella abitazione avesse sepolto qualcosa in giardino. E così, non appena John venne a sapere del pettegolezzo, l’uomo non riuscì a resistere alla tentazione di scoprire di cosa si trattasse realmente.

John Sims aveva appena acquistato la casa da uno dei suoi amici più cari e non aveva alcun dubbio circa la bontà di quell‘affare: sapeva bene che il suo amico non avrebbe mai cercato d’imbrogliarlo. Eppure, una volta concluso l’affare, l’amico rivelò a John un particolare inatteso. Alcune voci facevano riferimento ad n misterioso oggetto sepolto nel cortile sul retro dell’abitazione.

2. La curiosità di John

Pur essendo al corrente delle voci che circolavano, l’amico di John non aveva mai indagato per scoprire se quelle voci fossero fondate o meno. Inizialmente, John non pensò troppo alla rivelazione dell’ex proprietario di casa, ma preferì dedicarsi al trasloco e ai suoi impegni quotidiani.

Trasferitosi lì, però all‘uomo tornarono in mente le parole dell’amico e con esse la curiosità che avevano suscitato in lui. Cosa si nascondeva in quel giardino? Perché non impugnare una pala e scoprirlo? Fu così che John decise di far luce su quel mistero. Presto, però, comprese che avrebbe avuto bisogno di ben altro che di una semplice pala.

3. La determinazione di John

Bild: Budimir Jevtic / Shutterstock.com

Nonostante la stanchezza e il caldo opprimente tipico dell’Arizona, John era deciso ad andare in fondo alla vicenda. Molte altre persone si sarebbero arrese, ma lui non volle saperne, e tirò dritto per la sua strada nella certezza fiduciosa che tanto lavoro avrebbe portato a qualcosa.

John cominciò a scavare senza un piano preciso. In pochi giorni, distrusse l’intero giardino senza trovare nulla. Deluso, rinunciò temporaneamente al suo obiettivo, ma poche settimane dopo ebbe una nuova intuizione, grazie alla quale avrebbe sicuramente potuto localizzare più facilmente il misterioso tesoro sepolto in giardino. L’idea era far luce sul passato di quell’abitazione.

4. La verità comincia a emergere

Fu così che John salì in auto e si diresse presso l’archivio municipale di Tucson. Arrivato lì, prese a scorrere le informazioni riportate su decine di volumi, finché non trovò ciò che gli interessava. La sua fatica venne finalmente ricompensata. Gli indizi di cui era in possesso potevano rivelarsi davvero preziosi.

Fu uno degli schizzi a penna trovati tra i documenti a fornirgli ciò di cui aveva bisogno. Inoltre, secondo le informazioni relative all’abitazione, una compagnia chiamata Whitaker Pools aveva lavorato all’interno della proprietà agli inizi degli anni Sessanta. Eppure l’abitazione di John non aveva mai avuto una piscina.

5. Cosa avevano fatto gli operai della Whitaker Pools nel giardino di John?

L’inizio dei lavori era datato 1961. Inoltre, negli schizzi della casa, trovati presso l’archivio comunale, compariva una struttura sotterranea di grosse dimensioni, interrata al di sotto del giardino. Per svelare il mistero, John decise di assumere un team di consulenti dotati di metal detector e di altre strumentazioni altamente tecnologiche.

La speranza di John era che quel misterioso oggetto e il suo contenuto si trovassero ancora lì e che i professionisti che aveva assunto potessero dargli l’aiuto di cui aveva bisogno. L’obiettivo era arrivare in fondo alla questione una volta per tutte e capire cosa si nascondeva in quel giardino.

6. Il momento della verità

Bild: Tomasz Majchrowicz / Shutterstock.com

Dopo ore di ricerche inutili, i metal detector cominciarono improvvisamente a emettere il tanto atteso segnale. Cosa avevano trovato? Secondo i consulenti di John, i metal detector avevano individuato due diversi punti d’interesse. Dopo qualche attimo di euforia, John tornò serio e prese a scavare laddove la strumentazione aveva rilevato la presenza dei metalli.

Il suo lavoro diede rapidamente i primi frutti. Mentre scavava, la pala toccò qualcosa di duro. Poco alla volta, John riuscì a portare alla luce del sole l’ingresso di quella struttura. Di cosa si trattava? Cosa avevano sepolto in giardino gli operai della Whitaker Pools più di cinquant’anni prima?

7. Un ingresso segreto

John aveva appurato che la struttura sepolta in giardino non era una fossa biologica. Eppure non aveva ancora idea di cosa potesse trattarsi. Dopo un po’, capì che non era una semplice struttura d’acciaio, ma che doveva essere qualcosa di molto più grande. Inoltre, sulla parte più elevata di quel blocco di cemento vi era una sorta d’ingresso.

Per quale motivo c’era una porta sepolta in giardino e dove conduceva? John continuò a rimuovere la terra che ricopriva l’ingresso e scoprì che l’entrata era tombata con un grosso coperchio. Nonostante lo stupore e la curiosità, John mantenne la calma e cominciò a pensare alle prossime mosse.

8. La calma è la virtù dei forti

Bild: Koldunov / Shutterstock.com

John aveva finalmente trovato ciò che cercava e la sua eccitazione era comprensibilmente al massimo: stava per svelare il mistero di cui l’intero quartiere era a conoscenza da oltre mezzo secolo. Ma bisognava aspettare. Il suo lavoro da vigile del fuoco gli aveva insegnato quante insidie possono nascondersi negli spazi angusti.

La struttura poteva essere ricoperta di muffa, potenzialmente molto pericolosa se inalata, oppure colma di fumi tossici. Inoltre John sapeva che avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di alcuni dei suoi colleghi più fidati una volta calatosi sotto terra. Fu così che decise di avvertire alcuni dei suoi amici e di aspettare il momento propizio.

9. La scoperta

Dopo una lunga attesa, John riuscì a rimuovere il coperchio che celava l’entrata e a calarsi nella misteriosa struttura nascosta. Era finalmente arrivato il momento della verità! Grazie alla luce della torcia, l’uomo riuscì a scorgere qualcosa di totalmente inaspettato.

Ciò che John aveva visto era molto simile a una lunga fila di lame di metallo. Ma perché erano lì e a cosa potevano servire? Scendendo verso il cuore della struttura, John riuscì a capire di cosa si trattava: quelle che all’apparenza sembravano grosse lame metalliche, in realtà erano parte di una scala a chiocciola che conduceva nel cuore della struttura.

10. A cosa poteva servire quella scala?

John avrebbe voluto precipitarsi nella struttura e far luce sui misteri che vi si celavano. La verità ormai era vicinissima e nulla poteva frenare il desiderio di scoperta di John. Ma non era ancora giunto il momento.

Buon senso, molta pazienza e l’addestramento da vigile del fuoco che aveva ricevuto, gli impedirono di catapultarsi in quella struttura che dall’esterno appariva fatiscente. I rischi erano troppi: l’ingresso rischiava di collassare da un momento all’altro, la vecchia scala era arrugginita e mancava di stabilità e, per finire, in quella cavità potevano esserci dei gas tossici o altri pericoli da non sottovalutare affatto.

11. Abbiamo un piano!

John decise di mettere insieme una squadra di amici per entrare in tutta sicurezza. Dopotutto la struttura era lì da oltre sessant’anni e, al fine di evitare pericoli inutili, era preferibile indagarla un po’ per volta. Insieme agli amici, John pianificò ogni dettaglio e decise di fare le cose procedendo per gradi.

La struttura era rimasta inutilizzata per decenni e presentava molti lati oscuri: nessuno poteva sapere quanto fosse profonda e cosa contenesse. Inoltre, l’ingresso e la scala d’accesso andavano riparati per evitarne il collasso. John Sims e i suoi amici rinforzarono le scale utilizzando alcune barre d’acciaio e diversi strati di cemento.

12. I lavori di riparazione

Bild: photowind / Shutterstock.com

La curiosità e l’entusiasmo di tutto il gruppo resero i lavori di ristrutturazione della struttura ipogea quasi piacevoli, nonostante il sole cocente dell’Arizona. Per attenuare il caldo opprimente, il gruppo decise di montare un gazebo che coprisse l’entrata sotterranea.

John sapeva anche che, una volta entrato in quella misteriosa cavità, avrebbe avuto bisogno di un po’ di luce. E una semplice torcia poteva non essere sufficiente. Per evitare inconvenienti e ritardi, l’uomo decise d’installare una linea elettrica in grado d’illuminare l’ingresso e una parte dei sotterranei. In questo modo, avrebbero potuto utilizzare anche altri strumenti, qualora si fosse rivelato necessario.

13. I pericoli che si celavano nella struttura

John era un vigile del fuoco e conosceva bene le insidie che possono nascondersi in uno spazio sotterraneo chiuso. La muffa ed eventuali perdite di gas erano le preoccupazioni maggiori di John.

Per areare gli ambienti, decisero d’immettere un tubo nell’ingresso, collegandolo a un generatore. Portati a termine gli ultimi lavori, venne finalmente il momento di rivelare una volta per tutte i segreti sepolti al di sotto di quel misterioso giardino. John si calò lungo la scala, eccitato come un bambino. Giunto alla base della scala, lo stupore però prese il sopravvento: sotto al suo giardino si apriva una stanza enorme!

14. Cosa poteva essere?

L’ambiente che si apriva sotto alla casa di John era dotato di un pavimento ed era collegato a un vasto sistema di tunnel sotterranei. Ma per quale motivo la Whitaker Pools aveva costruito una struttura così strana?

Quella caverna non era di certo una piscina. Eppure c’era un indizio che poteva aiutare John ad intuirne la destinazione d’uso: i lavori furono consegnati nel 1961. E John fece uno più uno. Nonostante ad un primo sguardo la struttura potesse sembrare in buono stato, non era così. Il soffitto in vetroresina stava per crollare e le infiltrazioni lungo i muri non facevano presagire nulla di buono.

15. Una reliquia della Guerra Fredda?

La fibra di vetro può essere estremamente tossica, se inalata, e provocare terribili eruzioni cutanee. Ma, per fortuna, John sapeva a chi affidarsi per riparare il soffitto. La struttura si presentava totalmente vuota e a John fu subito chiaro che doveva trattarsi di una sorta di bunker sotterraneo. Ma a cosa poteva servire un rifugio antiatomico?

Come detto, la chiave del mistero stava nell’anno della consegna dei lavori, il 1961. Durante la Guerra Fredda, le crescenti ostilità tra USA e Unione Sovietica rischiarono di sfociare in una guerra atomica. Tante persone cominciarono a preoccuparsi e decisero di costruire rifugi antiatomici nei cortili delle proprie abitazioni.

16. Perché affidare i lavori a una compagnia che realizzava piscine?

Dopo alcune ricerche, John scoprì che la Whitaker Pools aveva aggiunto al suo ventaglio di servizi la costruzione di particolari rifugi antiatomici. Indagando scoprì che era diventata una cosa piuttosto comune e che erano parecchie le aziende del genere che avevano deciso di riciclarsi in quel modo.

Quando i costruttori di piscine si resero conto che realizzare un rifugio antiatomico non era troppo diverso dal costruire una piscina, decisero di agire di conseguenza. All’inizio degli anni Sessanta, un’azienda di Los Angeles chiamata Catalina Pools ne costruì più di 500! Numeri che lasciano intuire la preoccupazione che stava serpeggiando tra la popolazione.

17. La Whitaker Pools e la costruzione di rifugi antiatomici

La Whitaker Pools è una compagnia (ancora attiva) la cui sede dista poche miglia da Tucson. Durante la Guerra Fredda, alcune compagnie simili si dedicarono alla costruzione di rifugi antiatomici che avrebbero protetto i proprietari dalle possibili ritorsioni dell’Unione Sovietica.

Durante i primi decenni della Guerra Fredda, il timore delle testate sovietiche portò alla costruzione di un elevato numero di rifugi antiaerei. Alcuni di questi erano costruiti in legno, altri in acciaio o in cemento. Alcuni erano particolarmente sofisticati, dotati di linee elettriche, di acqua e di sistemi di ventilazione. Altri ancora erano semplici stanze sotterranee delle dimensioni di una bara.

18. La decisione di John

John aveva investito tempo e risorse per svelare il segreto nascosto sotto il suo giardino. E così, per recuperare parte del denaro che aveva speso, decise di reimpiegare tutto quello spazio.

Chiese consiglio agli amici che avevano lavorato al suo fianco, i quali gli proposero alcune idee molto divertenti: realizzarvi un’enoteca dotata di una grande cantina per la conservazione dei vini oppure trasformare lo spazio in un bar riservato agli uomini che volevano sfuggire per qualche ora alle grinfie delle proprie mogli.

Tantissime persone hanno riconvertito i propri rifugi in alberghi, locali, studi di registrazione e gallerie d’arte. Eppure John aveva in mente qualcosa di diverso…

19. John condivide le foto del rifugio sul Web

Dopo aver postato gli scatti del suo rifugio, John scoprì di essere in buona compagnia. Le persone che possedevano un rifugio antiatomico nel giardino di casa erano tantissime (non solo negli Stati Uniti) e ben presto il suo post su Reddit divenne virale.

Nel frattempo, il suo interesse per questo genere di strutture e per la Guerra Fredda aumentò. Fu così che gli venne in mente di trasformare quel bunker in un museo che potesse raccogliere le informazioni e le reliquie relative a quegli anni. John sapeva bene che per portare a termine un piano del genere era necessario rimboccarsi le maniche.

20. Il crowfunding

L’obiettivo di John era quello di restaurare il bunker e di renderlo accessibile a tutti. L’intera struttura doveva essere rinforzata e dotata di apposite vie di fuga. Motivo per cui decise di aprire una pagina su GoFundMe, alla quale aggiunse anche un appello: “Salve, mi chiamo John e ho bisogno del vostro aiuto per restaurare il bunker che ho scoperto nel mio giardino”.

I primi interventi da portare a termine erano quelli relativi all’entrata e alla scalinata. L’ammontare dei lavori era di circa due mila dollari. Nonostante la campagna lanciata su GoFundMe, John non riuscì a raccogliere il denaro necessario per la scalinata. Fu così che decise di lavorarvi personalmente.

21. Il completamento della scalinata

I lavori di sistemazione dell’ingresso e delle scale procedettero ha ritmi serrati, com’era nello stile di John. Nel frattempo, continuò a condividere gli aggiornamenti relativi all’andamento dei lavori e postò anche uno scatto delle scale restaurate e dipinte con un bell’azzurro.

Sempre sulla pagina GoFundMe, John continuò a condividere gli altri dettagli del progetto, tra questi la volontà di sistemare il soffitto, ridipingere le pareti e trasformare gli ambienti in un Museo della Guardia Civile. Certo, trasformare quelle sale vuote in un museo richiedeva molta pazienza e dedizione, ma non erano queste le qualità che facevano difetto a John.

22. La costanza di John

John aveva deciso che quel bunker trovato per caso al di sotto della sua abitazione avrebbe dovuto ospitare un museo. Per realizzare il progetto, decise di fare a meno del crowfunding, nonostante la prima volta fosse riuscito a recuperare alcune centinaia di dollari.

Armatosi d’impegno e di costanza, John Sims decise di lavorare personalmente alla struttura sistemando il soffitto, ridipingendo le pareti e riparando le crepe, laddove presenti. Per settimane intere John dedicò parte delle sue giornate al bunker, finché i lavori non furono completati. A terra, invece, decise di lasciare il pavimento originale, il quale aveva subito pochissimi danni.

23. I cimeli

Ben presto, John iniziò a collezionare i manufatti con cui avrebbe riempito le sale del museo. Alla sua collezione personale unì un’infinità di reliquie curiose, tra cui contatori Geiger, barili d’acqua, kit di pronto soccorso e radio HAM.

Nel corso del tempo, John è riuscito a mettere insieme un quantitativo di pezzi vintage davvero sorprendente che hanno contribuito a rendere la sua sala espositiva un vero successo. John prese a frequentare mercatini dell’usato e antiquari, acquistando tutto ciò che aveva un collegamento con la Guerra Fredda. Una passione che ha fatto del suo museo una vera chicca per tutti coloro che visitano Tucson!

24. La nuova vita di John Sims

Quella incredibile scoperta ha cambiato per sempre la vita di John Sims. Dopo una carriera nel corpo dei vigili del fuoco, John ha deciso di andare in pensione e dedicarsi completamente al suo nuovo interesse: la Guerra Fredda e un museo a essa dedicato.

L’impegno profuso da John nel recupero di quegli ambienti e nella realizzazione del suo progetto costituisce un vero e proprio insegnamento di vita. Dopotutto, trasformare una piccola fortuna in un grande successo personale non è da tutti. John vi è riuscito e lo ha fatto anche per migliorare la conoscenza della popolazione di una parte così importante della storia del Paese.