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Le balene di Wadi Al-Hitan

Bild: Galyna Andrushko / Shutterstock.com

L’Egitto non è famoso solo per le sue piramidi, le sue sfingi e per gli inestimabili tesori dei faraoni. C’è una storia legata a una scoperta che ha lasciato tutti a bocca aperta e che, continuando a leggere, vi racconteremo. Parla di storie di oceani che si prosciugano, di faglie terrestri che si uniscono e di resti di fossili di primitivi esemplari di balene. In Egitto? Sì, proprio così!

Nel 1902 a Wadi Al-Hitan, posta a circa 150 chilometri da Il Cairo, venne fatta una scoperta straordinaria che ha portato a rivelazioni ancora più sorprendenti su quello che è stato, milioni di anni prima dei tempi dei faraoni, il territorio egizio.

1. La scoperta di Wadi Al-Hitan

Si è trattato di un scoperta che ha quasi offuscato la fama e il mistero della tomba di Tutankamon per la sua eccezionalità. Sommerso sotto la sabbia del deserto, fu rinvenuto il primo fossile di balena, il cui ritrovamento ha incentivato all’approfondimento di nuovi scavi per tentare di capire come avesse fatto, un animale talmente enorme, ad arrivare fino a lì!

Dopo il primo ritrovamento, gli archeologi affrontarono diversi scavi che riportarono alla luce numerosi altri fossili, tanto da rinominare l’intera zona come “La valle delle balene”. La ricerca ha datato i fossili nell’epoca eogenica (tra i 40 e i 37 milioni di anni fa).

2. The Whale Valley (La valle delle balene)

A quei tempi, la zona del ritrovamento faceva parte dell’Oceano Atlantico, del Nord e del Sud Africa, nonché del Sud Europa fino ad espandersi a quello che oggi è l’Oceano Indo-Pacifico.

In questa zona, gli enormi rettili marini e i dinosauri si erano già estinti da 5 milioni di anni, lasciando delle nicchie ecologiche libere. Una di queste fu occupata presto dagli Archeoceti ovvero le balene primitive, enormi mammiferi terrestri che si adattarono molto presto alla vita marina. Ancora oggi, gli studiosi della Valle delle balene si chiedono come dei mammiferi terrestri abbiano potuto adattarsi a una vita completamente marina.

3. Il mistero delle balene di Wadi Al-Hitan

Nel 1983, una ricerca condotta in Pakistan, ha tentato di dare una risposta a questa domanda, sostenendo la tesi che i predecessori delle balene fossero dei piccoli mammiferi terrestri, i Pakicetus Inachus, degli animali che vivevano in un ambiente acquitrinoso e tropicale, cibandosi di molluschi, pesci, crostacei e insetti.

Sempre su basi ipotetiche, si è propensi a credere che, a causa del prosciugamento dell’habitat della Tetide e del pericolo minaccioso dei Mosasauri e Plesiosauri, questi piccoli mammiferi terrestri riuscirono ad adattarsi, grazie a delle veloci mutazioni genetiche, ad un nuovo habitat completamente acquatico. Questa incredibile mutazione risalirebbe, appunto, all’epoca dell’Eocene.

4. Widi Al-Hitan: il maggiore sito paleontologico al mondo

Grazie ai ritrovamenti risalenti al 1902 e a quelli che si sono succeduti, Widi Al-Hitan è diventato il più importante sito paleontologico del mondo.
Il sito conta più di 500 resti di Archeoceti differenti. Tra questi 500 si contano tre specie differenti.

Dopo il prosciugamento delle acque, la superficie si è trasformata per dar luogo al deserto dai cui rilievi rocciosi spuntano oggi fossili di conchiglie, blocchi di mangrovie e resti di Archeoceti, tartarughe e squali.
I granelli di sabbia e le rocce, oggi spostati ed erose dal vento del luogo, in origine facevano parte della melma dell’antico ambiente marino.

5. I fossili di Wadi Al-Hitan

Il fossile più famoso presente nell’area è quello che, nel 1834, Richard Harlou chiamò Basilosaurus, poiché convinto di essere di fronte a un enorme rettile preistorico. Solo successivamente l’inglese Owen scoprì che si trattava, in realtà, di un mammifero marino.

Del 2015 è invece il ritrovamento di uno scheletro completo dalla lunghezza impressionante di 18 metri! L’esemplare pesava circa 7 tonnellate. Era un predatore dal collo corto e flessuoso con delle pinne al posto degli arti anteriori e gli arti posteriori assenti.
Possedeva 44 denti seghettati posteriormente e altri nella parte anteriore della mascella. Una coda con aculei che probabilmente gli serviva per difendersi. Si cibava di pesci, piccoli cretacei e squali, come dimostrano i ritrovamenti di questi resti nel suo stomaco.

6. Il Basilosaurus: la balena divoratrice

Una delle scoperte più impressionanti è di sicuro l’attrazione di tutto il sito paleontologico è il Basilosaurus. Questa moderna balena è divoratrice di plancton ma, a quanto è emerso, il suo antenato si cibava anche di cuccioli di altre balene.
Ciò è stato dimostrato sia dal ritrovamento sullo stesso sito dei suoi fossili di a altri resti di pesci, squali e balene, sia da questi nello stomaco del Basilosaurus.

Inoltre, su alcuni di questi resti sono presenti dei buchi perfettamente corrispondenti ai denti della balena che testimoniano un’aggressione.
I suoi denti aguzzi e seghettati, del resto, confermano che questo antico predatore fosse in grado di frantumare anche gli ossi delle sue prede.

7. I progenitori dei moderni cetacei

Tutti gli esemplari finora scoperti nell’area sono giovani, per cui si ritiene che questa fosse il luogo nel quale avvenivano gli accoppiamenti e, successivamente, i parti. Come gli attuali cetacei, quindi, anche i primi esemplari prediligevano le acque basse per riprodursi.

Si ritiene che i Dorudon, un’altra specie di fossili presenti e anch’essi predatori come i Basilosaurus, fossero i progenitori dei nostri cetacei.
Insieme ai fossili Archeoceti sono poi stati ritrovati dei resti di Sirenoidi e quelli di un mammifero di circa 3 metri, somigliante a un tapiro è considerato l’antenato dell’elefante che viveva in queste zone e si cibava di piante acquatiche.

8. Le formazioni rocciose dell’area

Nell’area sono presenti 3 formazioni geologiche, tutte riconducibili al periodo eocenico. Il primo strato è formato da calcare marmoreo bianco e argilla gessosa, tipicamente presenti nei fondali marini costieri. Questa formazione, insieme a quella in cui sono stati rinvenuti i fossili di Archeoceti, risalgono a 41-40 milioni di anni fa.

Il terzo strato è datato 39 milioni di anni fa e copre gli altri due. Qui è presente una folta fauna di molluschi e i calcari di tali rocce furono largamente utilizzati dai faraoni per la costruzione delle piramidi.
I ricchi e particolari reperti fossili presenti in quest’area hanno fatto sì che fosse riconosciuta come Patrimonio Mondiale da parte dell’UNESCO.

9. Un museo finanziato dall’Italia

Bild: Repina Valeriya / Shutterstock.com

Sul sito è presente un museo che accoglie una consistente collezione di fossili, finanziato dall’Italia. Una struttura a base circolare che conserva le testimonianze dei ritrovamenti e dell’epoca in cui sono datati, come uno scheletro di Basilosaurus, fossili, conchiglie, ecc.

Vi sono anche conservati dei resti di manufatti in selce che testimoniano la presenza della civiltà, quando la zona era verde e lussureggiante e non era ancora avvenuta la trasformazione nell’attuale deserto del Sahara.
Per il suo interesse e per la sua importanza, il museo è una tappa obbligatoria per tutti quei turisti e per gli studiosi che visitano l’area paleontologica.

10. La dichiarazione di sito protetto

Bild: Alexxxey / Shutterstock.com

In qualità di sito di proprietà statale, Wadi Al-Hitan è protetto ai sensi della legge 102/1983. Tale protezione serve a tutelarlo, impedendo azioni che possano deteriorarlo o distruggerlo.

Il decreto del Primo Ministro n. 2954/1997, conformemente alla legge egiziana sulla protezione della natura, ha dichiarato l’area di Wadi Al-Hitan protetta, e la sua gestione, promozione e conservazione è affidata all’Agenzia per gli affari ambientali (AEAA). All’interno della zona protetta viene praticato un tipo di turismo ecologico e non è consentito l’accesso ai veicoli. Sono invece presenti numerosi percorsi pedonali. La gestione di questi è altamente qualificata ed efficace e assicura una visita molto soddisfacente.

11. La continua ricerca

Bild: ventdusud / Shutterstock.com

Per il grande valore storico e conoscitivo del luogo, oltre che per le forti possibilità di ampliamento delle conoscenze, le istituzioni di tutto il mondo incoraggiano e supportano la ricerca sul sito paleontologico di Wadi Al-Hitan.

Ricercatori e studiosi scelgono la Valle delle Balene quale sito privilegiato per condurre le proprie indagini paleontologiche su una delle più interessanti epoche della storia: quella eogenica.
L’elevato valore geologico e la grande presenza di resti fossili potranno, in futuro, riservarci sorprese tanto sbalorditive quanto quelle relative ai Basilosaurus, svelandoci dettagli dei quali attualmente siamo privi di conoscenza. Del resto, nessuno di noi poteva immaginare che la nostra cara e mansueta balena in origine fosse una divoratrice di primitivi balenotteri!